Disturbi gastrointestinali in gara: un bel guaio!
Quante volte abbiamo assistito al ritiro da gare importanti da parte di atleti di alto livello per problemi gastrointestinali! Questi disturbi sono molto comuni tra gli atleti di resistenza, e si stima che il 30-90% dei fondisti hanno avuto problemi intestinali che li hanno costretti al ritiro o comunque alla compromissione della prestazione e al successivo recupero.
I sintomi più comuni possono essere nausea, vomito, crampi addominali e dissenteria. Nei dati raccolti vi è una grande varietà di fattori legati a questo problema che sono età, sesso, condizioni ambientali, intensità della prestazione; inoltre, è stata stabilita una modalità per definire in modo coerente la gravità dei sintomi. Così, per esempio, la nausea molto lieve potrebbe non influire sulla prestazione, ma un grado più elevato di nausea può avere conseguenze negative. La flatulenza è improbabile che abbia effetti sulle prestazioni, ma il vomito può avere effetti negativi. I sintomi gastrointestinali sono comuni in molti sport, ma in particolare nelle gare di resistenza; nausea, vomito, crampi addominali e diarrea sono stati presenti per il 37-89% dei corridori che hanno partecipato a gare lunghe ( 67-161 km), mentre in molti partecipanti di ultra-maratone (oltre i 161km) si sono verificati episodi di emorragie gastrointestinali.
Questi sintomi non solo sono inopportuni, ma possono influenzare le prestazioni e, in casi estremi avere implicazioni per la salute anche dopo il recupero. Ad esempio, maratoneti e triatleti che partecipano a gare di lunga percorrenza possono avere perdita di sangue nelle feci nelle ore successive alla gara.
I principali fattori responsabili dei sintomi gastrointestinali possono essere di natura fisiologica, ma anche i fattori meccanici e nutrizionali possono contribuire all’insorgenza di questi problemi negli atleti.
Cause fisiologiche:
durante un esercizio massimale, il flusso di sangue nelle viscere diminuisce dell’80% per spostarsi nei muscoli coinvolti nella performance e questo porta ad una maggiore permeabilità della mucosa causando i sintomi descritti (nausea, vomito, ecc). Anche lo svuotamento gastrico può essere influenzato dalla intensità e dalla lunghezza della prestazione . Per quel che riguarda l’assorbimento intestinale di acqua e carboidrati è possibile che diminuisca in seguito ad una moderata intensità di esercizio effettuato per almeno 2 ore, proprio quando il flusso di sangue è già compromesso.
Cause meccaniche:
le principali cause meccaniche sono gli urti e la postura. Ad esempio, se si pensa ai ciclisti, nelle lunghe tappe di gara, sono sottoposti a continue contrazioni dei muscoli addominali che legate alla posizione portano a problemi di flatulenza, diarrea e l’ingestione di aria e il bere frequentemente dalla borraccia sono causa di seri disagi allo stomaco.
Cause nutrizionali:
l’alimentazione ha una forte influenza sui disturbi gastrointestinali, anche se molti di questi problemi possono verificarsi in assenza di cibo prima o durante la prestazione. Fibre, grassi, proteine e fruttosio possono risultare responsabili di sintomi gastrointestinali e la disidratazione per insufficiente apporto di liquidi può peggiorare i sintomi stessi. Analizzando alcuni atleti di triathlon, a cui erano state date da bere delle soluzioni concentrate di carboidrati, si è potuto constatare la comparsa di disturbi intestinali e in particolare la dissenteria. Questo, probabilmente, si è verificato per un rallentamento nello svuotamento gastrico che ha spostato il flusso di sangue ai muscoli ; è stato ipotizzato che non è semplicemente l’assunzione di carboidrati a provocare questi disturbi, ma può essere una complessa interazione di fattori diversi quali la concentrazione di carboidrati, il tipo di carboidrati, osmolarità e acidità di una bevanda.
Sono stati condotti esperimenti su atleti che competono in gare di resistenza dando loro una bevanda contenente più carboidrati, in particolare fruttosio e glucosio osservando un ridotto numero di casi con disturbi gastrointestinali. E’ stato anche dimostrato che gli atleti che non sono abituati a bere o assumere barrette durante una gara hanno avuto un maggiore rischio di sviluppare sintomi gastrointestinali rispetto ad atleti abituati ad assumere liquidi e cibo durante l’attività fisica.
E’ importante sviluppare delle linee guida per gli atleti, in modo che possano seguire delle strategie nutrizionali .
Un altro fattore importante che può scatenare problemi gastrointestinali è l’assunzione di analgesici da parte di molti atleti per alleviare dolori esistenti o addirittura per prevenirli. L’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei è in grado di aumentare il rischio di questi problemi da tre a cinque volte, portando a complicazioni più serie come emorragie delle mucose.
Al fine di prevenire disturbi gastrointestinali, possono essere fornite alcune linee guida: evitare cibi ricchi di fibre nella giornata o anche giorni prima della gara.
Evitare farmaci anti-infiammatori non steroidei come ibuprofene o acido acetilsalicilico evitare cibi con una elevata concentrazione di fruttosio, ma piuttosto una bevanda con una equilibrata quantità di glucosio e fruttosio evitare la disidratazione che può esaltare i problemi gastrointestinali assumere carboidrati con sufficiente acqua e scegliere bevande con concentrazioni più basse di carboidrati per evitare problemi allo stomaco pianificare una corretta nutrizione non solo nel pre-gara ma anche nei giorni di allenamento.
L’intestino è un organo molto importante a livello atletico perchè fornisce acqua e nutrienti durante una gara e non solo. I problemi gastrointestinali sono comuni soprattutto in atleti di resistenza e possono avere un impatto altamente negativo sulle prestazioni. Ecco perchè è importante avere una buona formazione nutrizionale, per poter fare adeguate scelte evitando, ad esempio, cibi come proteine, grassi, fibre e latte.
Questo articolo è stato concesso da Creative Commons Attribution in seguito a congressi da parte della Facoltà di Medicina di Uberlandia (Brasile) dall’Istituto Gatorade Sport Science di Barrington e dalle ricerche effettuate dalla Scuola dello Sport di Loughborough (UK).
Di D.ssa Emanuela Cedrino
Farmacista e Consulente in nutrizione umana e alimentazione applicata allo Sport e Fitness